4: Situazione geopolitica
Agilità come risposta alle instabilità
Le instabilità rappresentano la nuova normalità
Gli eventi geopolitici possono comportare l’applicazione di dazi e restrizioni, generando un aumento dei costi di approvvigionamento, scarsità di fornitori, ritardi nella produzione e un aumento dei costi operativi. La guerra tra Russia e Ucraina evidenzia come le economie siano interconnesse tra loro e come tali eventi possano innescare criticità nelle supply chain su vasta scala. Secondo Dun & Bradstreet, nonostante ci siano meno di 15.000 fornitori di primo livello in Russia, le organizzazioni a livello globale hanno 7,6 milioni di rapporti con fornitori di secondo livello con entità russe, con più di 374.000 imprese che si affidano a fornitori russi. Dalla collaborazione con i nostri clienti è emerso che, sebbene i team di procurement possano avere una buona visibilità diretta sui fornitori di primo livello, pochi abbiano lo stesso controllo sui fornitori di secondo livello.
A livello globale, i dati demografici stanno cambiando radicalmente. Entro il 2037, la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone eppure, con l’invecchiamento demografico, la popolazione in età lavorativa sta diminuendo. Pertanto, occorre investire di più nell’automazione mentre i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori richiedono adattabilità. La crescita dell’e-commerce implica adeguamenti dal punto di vista logistico.
Le congiunture economiche, tra cui l’inflazione e la volatilità dei tassi di cambio, rappresentano delle sfide per le aziende che devono mantenere prezzi stabili e formulare previsioni di budget accurate. Le instabilità della supply chain, come i limiti sulla capacità e i ritardi negli ordini, stanno pesando ulteriormente su un panorama imprenditoriale critico.
In questo contesto caratterizzato da incertezze e interruzioni su più fronti, la supply chain deve essere resiliente, flessibile e agile per far fronte a tempi difficili e mantenere un vantaggio competitivo.
Sottovalutare l’importanza dell’agilità a proprio rischio e pericolo
Oggi la supply chain è più complessa che mai: può consistere in centinaia di fornitori di bene e servizi e centri di produzione e distribuzione diffusi globalmente, rendendola più vulnerabile agli shock. Tuttavia, secondo il Forum economico mondiale, solo il 12% delle principali aziende globali dispone di protezioni sufficienti contro le future interruzioni della supply chain e delle attività, mentre il restante 88% necessita urgentemente di misure aggiuntive per essere più resiliente.
Il messaggio è chiaro: i CPO devono concentrarsi sulla resilienza della supply chain se intendono sopravvivere e prosperare in un mondo che cambia rapidamente e dove le interruzioni sono all’ordine del giorno. Una supply chain resiliente, in grado di adeguare facilmente i livelli di produzione, gli acquisti di materie prime e la capacità di trasporto, consente alle aziende di reagire in caso di potenziali interruzioni.
Supply chain agili richiedono nuove competenze e risorse. Ad esempio, alcune società massimizzano l’uso dell’automazione intelligente sia per la produzione che per la logistica, sfruttando ampiamente la tecnologia digitale nel settore manifatturiero. I robot collaborativi e le macchine confezionatrici intelligenti sono esempi di tecnologie in grado di gestire una gamma notevolmente più ampia di prodotti e tipologie di spedizione, per favorire un cambiamento più rapido rispetto ai rigidi sistemi di automazione della supply chain del passato.
Capire dove ridurre l'attività e dove mantenere aperte le opzioni
Affiancando i clienti nell’affrontare le sfide legate al procurement e alla supply chain, abbiamo capito che disporre di un piano sulla mappatura della supply chain, condurre un’approfondita due diligence dei fornitori ed eseguire revisioni propedeutiche è importante perché aiuta le aziende a superare le difficoltà in modo più agevole. Le attività possono comprendere quanto segue:
- Individuazione dei fattori che generano utili: Concentrarsi sugli elementi che generano redditività diventa particolarmente importante nei momenti di incertezza. Per conoscere a fondo i fattori che generano utili è necessario svolgere un’analisi complessa di tipo “cost-to-serve” che comprenda tutti i fattori che danno origine ai costi, come i prezzi dei materiali, la manodopera, il trasporto, la manutenzione e gli eventuali costi fissi. Una volta ottenute queste informazioni, i team di procurement e della supply chain possono aiutare l’azienda nel suo complesso a capire dove ridurre i costi e valutare i vantaggi derivanti dal mantenimento di prodotti a basso profitto.
- Livello equilibrato delle scorte: In caso di interruzioni, potrebbe essere rischioso disporre di un magazzino troppo limitato. D’altro canto, però, un magazzino eccessivo comporta anche svantaggi come costi di stoccaggio più elevati e il rischio di danni o di obsolescenza.
- Gestione dei rischi generati dai fornitori: Sviluppare una chiara comprensione dei fornitori e della loro situazione finanziaria può aiutare ad affrontare eventuali problemi in tempi brevi. Assicurarsi che questa trasparenza si estenda oltre i fornitori di primo livello e rafforzare la supply chain per far fronte a potenziali interruzioni garantendo una rete fornitori diversificata.
- Adattarsi ai cambiamenti: A seguito dell’instabilità dei mercati internazionali e dei maggiori controlli sull’impatto ambientale del “far shoring”, le aziende dovrebbero considerare la possibilità di trasferire alcune attività, come la produzione, più vicino alla loro sede geografica.