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Digital procurement: una realtà alternativa
- Section
- Analisi
- Summary
La trasformazione dei sistemi e processi esistenti attraverso la tecnologia è stata citata frequentemente come principale obiettivo del procurement per il 2018 secondo il nostro studio “Procurement 2025: la trasformazione digitale sta generando un procurement più efficace?”.
Il 42% del campione si considera in vantaggio sulla concorrenza rispetto all’avanzamento del processo di trasformazione, una chiara indicazione dell’importanza di questo tema agli occhi delle aziende coinvolte. Questo fenomeno sembra essere un sintomo del fatto che la funzione acquisti si stia aprendo alle nuove tecnologie e alle opportunità che queste potrebbero offrire. Ma tutto questo corrisponde alla realtà?
La nostra esperienza ci suggerisce una visione alternativa, con una forte confusione tra i professionisti del procurement rispetto al panorama di provider tecnologici e una insicurezza riguardo alle soluzioni digitali che potenzialmente potrebbero portare valore alle aziende, oggi e nel futuro.
Molte tra le aziende che investono in tecnologia sprecano ingenti quantità di denaro e tempo per attività di procurement vitali ma replicabili e relative alla riduzione dei costi e alla gestione dei fornitori strategici.
Riteniamo che siano molti i casi di attività di trasformazione digitale guidate più dalla “paura di perdere il treno” (fear of missing out - FOMO) che dalla vera comprensione del business case a lungo termine. Ne è prova il fatto che il 48% del campione si sia detto d’accordo con questa affermazione. Se si aggiunge il fatto che alcune funzioni del procurement pensano che un singolo investimento tecnologico permetterà loro di raggiungere gli obiettivi aziendali, è facile comprendere i potenziali pericoli rappresentati da questo tipo di atteggiamenti. In realtà le aziende devono far propria l’idea che la trasformazione digitale è un processo e, come tale, deve essere gestito in modo adeguato sul lungo termine.
Concentrarsi su soluzioni a breve termine non è una novità per il procurement. Generare risparmi non sostenibili, non essere in grado di mettere sufficiente enfasi sullo sviluppo delle capacità e, nel caso di partner esterni e consulenti, non concentrarsi a sufficienza sulla trasformazione a lungo termine dei propri clienti, sono fattori storicamente limitanti.
I prossimi 5 anni
Che cosa ci dicono le tendenze in atto rispetto al procurement del futuro? Il fatto che il procurement debba diventare più strategico e meno tattico, per generare più valore per le aziende, è ben documentato. Ma che cosa vuol dire tutto ciò nella pratica, specialmente nell’era digitale?
Secondo una delle interpretazioni possibili bisognerebbe dedicare meno tempo ad acquisire, elaborare e analizzare i dati a favore di iniziative volte a tradurre i dati in azioni e generare risultati. L’uso di strumenti intelligenti di raccolta della conoscenza che non solo registrano le decisioni prese ma anche i dati e le ragioni sulle quali si basano può consentire di definire un processo decisionale futuro più informato e scientifico. Se la tecnologia è in grado di facilitare e automatizzare la raccolta dei dati, l’analisi e l’estrapolazione, la domanda che sorge spontanea è “quale sarà lo scopo del procurement in futuro, oltre alla generazione di dati di approfondimento e previsione?”
Trasformare i sistemi e processi esistenti attraverso la tecnologia è stato citato frequentemente come principale obiettivo del procurement per il 2018 secondo il nostro studio, una chiara indicazione della sua importanza agli occhi delle aziende
È possibile che oggi le aziende siano sul punto di poter soddisfare le proprie esigenze di procurement, come già fanno i singoli consumatori, attraverso le piattaforme di e-commerce?
Secondo il nostro studio questa eventualità non è così remota. Le funzioni di procurement sembrano già riconoscere questo cambio di contesto e l’esperienza cliente che offrono è decisamente avanzata rispetto alle altre priorità strategiche per i prossimi cinque anni. Quasi un quinto (18%) delle aziende intervistate prevede che questo obiettivo sarà prioritario per il 2023 e il 40% lo inserisce tra le tre principali mosse strategiche da mettere in campo. Segue a ruota la necessità di reperire le giuste competenze e di massimizzare le efficienze lungo l’intera supply chain.